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venerdì 4 dicembre 2020

Witcher io ti vedo...

Da qualche parte dovevo ripartire a bloggare.

Lo faccio riprendendo questo post che sta in bozza da Aprile, con delle serie che ho visto ormai ad inizio anno ma che, grazie soprattutto ai protagonisti, ho ancora ben impresse in mente.

Malgrado il tempo in questo 2020 sia abbondato, chiusi a casa col lockdown etc etc, è mancata la voglia, ad un certo punto pensavo di lasciar perdere del tutto, ma alla fine chissene!

Parlarvi almeno di serie TV mi mancava, e se non vedo all'orizzonte stimolo alcuno per fare post sul makeup, un pò per raggiunti limiti di età, un pò per i pochi acquisti, ed un pò per la mancanza di capacità tecniche mirabolanti, che mi consentano di strabiliarvi con trucchi nuovi fatti con le solite cose, almeno di Netflix e compagnia bella voglio tornare a raccontarvi un pò di cose, come farò anche per la cucina ed i libri che leggo.


Ci sono personaggi che sembrano scritti per Jason Momoa.
Come a suo tempo Khal Drogo in Game of thrones, così anche questo Baba Voss, capo tribù in un mondo futuro e distopico, dove una pandemia ha sterminato la quasi totalità degli umani, lasciando i pochi sopravvissuti completamente ciechi,e costretti ad organizzarsi in modo nuovo per sopravvivere.
Molto ben orchestrati, a tal proposito, i combattimenti, con escamotage che non avevo immaginato che riescono a renderli molto veloci e appassionanti.
In questo futuro privo di speranza, nascono due gemelli dotati del dono della vista, e per questo attirano l'attenzione di molte persone, per scopi perlopiù malvagi ovviamente, visto anche che vengono considerati alla stregua di potenti demoni, mentre per alcuni la loro esistenza rappresenta un motivo per credere in un domani migliore. 


Ho trovato molto interessante come questi due punti di vista si riflettano anche negli atteggiamenti dei due gemelli, verso la loro capacità di vedere;se Kofun, il maschio, la considera una ricchezza, utile a sè ma anche per migliorare la vita degli altri, per Haniwa è qualcosa di ubriacante, con la quale avere un vantaggio sul prossimo ad esempio in combattimento(la sua abilità con le armi a distanza è incomparabile a quella degli avversari),ma non solo.


Notevolissima l'interpretazione di Sylvia Hoeks che interpreta Queen Kane, una regina pazza che comanda una tribù di persone che trattano un diga/centrale idroelettrica come fosse un tempio divino, villain della serie determinata a rintracciare Jermamarel, padre dei gemelli dotato a sua volta del dono della vista.A capo di una teocrazia dove sessualità e divino si mescolano in maniera anche un pò inquietante se vogliamo, da un lato vuole sterminare chi vede, considerati alla stregua di eretici, dall'altra sogna di essere ingravidata da Jermamarel stesso, per generare un figlio dotato dello stesso potere visivo che davanti ai suoi sudditi disprezza. 
Certo ci sono dei buchi(anche belli grossi) nel worldbuilding di questa serie, visivamente strepitosa per certi aspetti, natura e costumi ad esempio, ma che su molti altri lascia decisamente dubbiosi;il mio consiglio è non pretendere che tutto sia antropologicamente corretto o logico, se vi fermate a chiedervi perchè i selvaggi indossino collane o si intreccino i capelli, essendo tutti ciechi, per esempio, o perchè ci siano delle torce ad illuminare dei corridoi bui, vi perderete la possibilità di godervi una bella storia, con dei personaggi ben scritti e che a noi ha incollato alla sedia dall'inizio alla fine.
Disponibile su Apple TV+!Seconda stagione in produzione, slittata causa Covid dopo essere iniziata in Febbraio.


Sono da una quantità di anni fan sfegatata del Witcher dei videogiochi, adoro il fantasy ed Henry Cavill e subisco tantissimo il fascino degli uomini in armatura e spada.Vi lascio immaginare il mio entusiasmo smodato, quando sono venuta a sapere che Netflix avrebbe unito tutte queste mie passioni in una serie TV, e la mia felicità nel veder quanto bene fosse stata realizzata.

Il personaggio principale della serie è appunto Geralt di Rivia, il Witcher del titolo, Strigo(argh) in italiano, cacciatore di mostri che per diventare tale, oltre ad essere stato cresciuto ed allenato a diventare un gran combattente, ha anche imparato una certa conoscenza magica diciamo "di base", ed è stato sottoposto a varie mutazioni genetiche atte a potenziarne le capacità che lo hanno reso, per molti versi, un mostro anch'esso.
Benchè i suoi servizi siano richiesti e necessari a molti, proprio questo suo essere "diverso" lo fanno comunque essere spesso disprezzato, alla stregua di un male necessario per evitarne uno peggiore.


Gli altri due personaggi principali sono Yennefer, che incontriamo all'inizio della serie come una fanciulla deforme , che viene svenduta dal padre per un prezzo inferiore a quello da lui chiesto per uno dei suoi maiali, ma che con grande ambizione poi si trasformerà in una potente maga, pagando un prezzo altissimo che fa riflettere su come, nel mondo fantasy ma anche nel nostro, spesso ottenere grande potere per una donna significhi anche affrontare delle grandi rinunce.Il suo arco narrativo è secondo me il meglio riuscito della serie, ed ho tifato per lei a braccia alte, benchè nel suo percorso verso la vendetta e la conquista del suo pieno potenziale magico, non manchino degli episodi oscuri...


Terzo personaggio/storyline principale è Ciri, principessa fuggita dal suo castello dopo la caduta dello stesso in battaglia, che affronta un viaggio nel quale conoscerà elfi, driadi e vedremo degli accenni del suo potere magico che però qui lei ancora non comprende appieno nè domina; la sua storia si intreccerà con quella di Geralt, come succederà anche a Yennefer; però c'è da dire, a riguardo, che se da un lato Netflix ha scelto di spiegare molte cose fin da subito, e anche più a fondo rispetto alla saga letteraria di Andrzej Sapkowski da cui è tratta la serie, il fatto di utilizzare piani temporali diversi, con in più in certi casi dei flashback, incasina la comprensione della cronologia degli avvenimenti non poco.Solo verso fine serie tanti puntini si uniscono, e se ne capisce un pò di più.


Ci sono molte altre cose che secondo me se non si ha una conoscenza non dico dei libri ma almeno dei videogiochi sono un pò nebulose(ad esempio la citazione della scena della vasca qui sopra :P ok scusate mi ricompongo!), tutta la pappardella geopolitica Cintra Temeria Niilfgaard etc etc è già un pò un pastone per me che ho videogiocato i 3 episodi videoludici allo sfinimento, immagino sia ancora peggio per i neofiti.

Alcuni fan dei videogiochi(as esempio il mio Khal) avrebbero voluto un'approccio un pò più fumettoso/da cinecomic, come ad esempio quando Geralt usa i segni(le magie del Witcher) e nel telefilm non si vedono i simboli colorati in aria, ma a me piace questa versione più seria/dark/medievale, e malgrado le recensioni non siano state tutte entusiastiche, io trovo che sia una serie ben fatta, con degli scontri coreografati benissimo e una storia avvincente per gli amanti del fantasy.Lui è Al Pacino?Decisamente no.Ma nelle parti più fisiche come appunto combattimenti etc etc se la cava alla grande, e secondo me come casting è ottimo, come la maggior parte dei personaggi. 
 

Non posso dire lo stesso di Triss Merigold, personaggio affatto marginale che, per motivi che sfuggono alla mia comprensione è stato fatto interpretare ad una che ci assomiglia quanto io ad Ariana Grande.Mah.Almeno la caratteristica chioma rossa gliela potevano mettere!

La seconda stagione è in produzione, si rumoreggia di Natalie Dormer in trattative per la parte di Ciri da adulta, ed io spero proprio che le voci abbiano ragione!

A presto per parlare di libri,
Mel.


mercoledì 25 marzo 2020

Cristalli oscuri,terrori infami e cloni inaspettati.


Non avevo mai visto il film di Jim Henson di cui questa serie è il prequel, ma devo dire che, nonostante non avesse per me l'aura mitica che aveva per mio marito, per il quale il film è un vero cult, questa serie mi è piaciuta da morire.

Protagonisti dei burattini splendidamente realizzati(la tecnologia permette ovviamente risultati migliori di quelli dell'epoca), integrati con sfondi digitali assolutamente meravigliosi.Scelta che trovo renda i personaggi molto più caldi, veri ed empatici, rispetto ad un'animazione digitale al 100%.

La storia parla dei piccoli Gelfling, pucciosissimi elfetti fatosi che vedono il loro mondo, Thra, minacciato dai perfidi Skeksis, che mostratisi prima come amici, in realtà vogliono prosciugare il pianeta e persino i poveri piccoli Gelfling stessi, per la loro brama di "Essenza", una specie di chiamiamola droga di cui sono ingordi, ma che potremmo tranquillamente vedere come quell'insieme di soldi e potere che i politici della vita reale, di cui questi ingombranti gallinacci sono l'evidente allegoria, perseguono a scapito dei popoli e della natura.
Le varie tribù di Gelfling si uniranno per rivoltarsi contro i malvagi pennuti, salvare il magico cristallo della verità, e liberare Thra dal giogo degli invasori.

Se potete vi consiglio assolutamente di guardarla in inglese, il cast doppiatori è a dir poco stellare:tra i vari, Jason Isaacs, Mark Hamill, Simon Pegg, Taron Eagerton, Lena Headey, Mark Strong...

Bellissima, epica, divertente,colorata, assolutamente imperdibile per gli amanti del fantasy!!!


Terror infamy 

La seconda stagione di questa serie(di cui vi parlavo già qui ), ci porta nei campi di detenzione sul suolo americano dove, in seguito all'attacco nipponico a Pearl Harbor, molti americani di origine giapponese furono rinchiusi, in quanto sospettati di essere spie.Esperienza che uno dei protagonisti,George Takei, ha fra l'altro vissuto realmente, anche se all'epoca era solo un bambino.

Chester, nippo-americano con la passione della fotografia figlio di un pescatore, ha una relazione clandestina con una giovane ispanica; per risolvere le difficoltà legate alla gravidanza di questa, ricorre a dei metodi poco ortodossi che avranno il pericoloso "effetto collaterale" di scatenare uno spirito maligno che perseguiterà la sua famiglia e che spingerà lui, per cercare di allontanarlo da essa, addirittura ad arruolarsi nell'esercito.

Molto più horror della prima, a mio avviso, ha una buona tensione, e riporta all'attenzione del pubblico una fetta di storia che non è forse molto nota.
Un clima di sospetto e tensione intersecato finemente con l'elemento sovrannaturale, una minaccia angosciante che sembra non dare scampo.

Forse un pò ingarbugliato a volte nello sviluppo delle sottotrame, con personaggi sviluppati in maniera un pò disomogenea, ma nel complesso non mi è dispiaciuto(la mia passione per il Giappone ha di certo aiutato).



Una vita grigia, insoddisfacente, dove i giorni si susseguono tutti uguali, il lavoro che non va e la crisi con la moglie, causata anche da un bambino tanto cercato che non arriva mai;Paul Rudd interpreta Miles,un publicitario che, su consiglio di un collega, si reca in una specie di bizzarro centro estetico dove, gli promette, lo renderanno, per 50.000 dollari, una persona nuova.Convinto dalla metamorfosi del collega suddetto, che da sfigatone senza speranza è diventato un uomo brillante con grandi prospettive, Miles decide di dare fondo ai risparmi della famiglia, e tutto sembrerebbe andare benissimo, quando si sveglia tonico, pieno di energie, salutista ed entusiasta, tanto quanto prima era appesantito, dimesso, pessimista e tendente alla bottiglia.Però c'è un piccolo dettaglio;poche scene dopo vediamo un pugno uscire da una sepoltura superficiale, e chi troviamo?Di nuovo il nostro eroe, o meglio la sua versione originale da cui, illegalmente, è stato clonato il nuovo Miles, migliorato nel DNA ma con tutti i ricordi della vita del suo doppio.

Paul Rudd a me sta molto simpatico, e devo dire che il lavoro fatto nell'interpretazione delle sue due versioni, l'ho trovato davvero soddisfacente.
Una serie che nasce come black comedy ma poi, nelle puntate, vira un pò più sul drammatico.Divertente, tanto che l'abbiamo fatta fuori in credo neppure 2 settimane, però decisamente nulla di indimenticabile, fatta in economia e con dei comprimari piattini a dir poco.Approfondimento dei personaggi praticamente nullo, ma pazienza.
Paul si mette sulle spalle la serie e  porta a casa 8 puntate intrattenenti, diciamo che in questi tempi di pandemia si può recuperare ;)

lunedì 6 gennaio 2020

Spie, criminali e cacciatori di menti![serie tv]


The spy è la storia vera di Eli Cohen, ebreo di origine araba che entrò nei servizi segreti israeliani, a cavallo degli anni 50/60, e venne spedito a Damasco, sotto le mentite spoglie di un facoltoso uomo d'affari, per cercare informazioni, tramite un giro di importanti amicizie che si creò in loco, sui movimenti militari della Siria, di cui si finse fervente patriota.
In realtà lui, coi suoi tratti diversi dai suoi compatrioti, che lo rendevano spesso, nei rapporti con gli altri, un cittadino di serie b, aveva un cuore che bruciava per Israele, tanto da convincerlo, per dimostrare il suo patriottismo, ad intraprendere una carriera che implicava mentire spudoratamente alla moglie, per tutta la vita su tutta la sua vita, a stare lontano da lei e la famiglia per periodi infinitamente lunghi, e forse a non tornare più, nonchè a confondere talmente le sue due identità, quella reale e quella fittizia, da non sapere più distinguerle, alla fine delle 6 puntate di questa mini serie autoconclusiva.

Non avrei scommesso un soldo bucato sul casting di Cohen, lo confesso, ma quanto mi ha dato torto!In un mirabile lavoro di sottrazione, ben diverso dai personaggi esagerati in cui lo vediamo solitamente calarsi, Sacha ci porta per mano nella vita di Eli e ci rende talmente partecipi
da portarci inevitabilmente al binge watching.
Bella regia ed ottima interpretazione di tutti i comprimari, sopratutto la moglie di lui, Spy ci è piaciuta molto benchè l'argomento non fosse di quelli che ci cattura maggiormente.Ma quando una storia è ben raccontata...e poi qui conta molto l'aspetto umano, da una parte ci sono i capi, che vedono Eli sopratutto come una risorsa, un mezzo per un fine e poco importa se le informazioni le porta lui o un altro, dall'altro ci sono altri personaggi, come quello che lo addestra e lo manda in missione e i due della safehouse dove lui "cambia identità" ad ogni partenza/rientro, che ne hanno a cuore la persona, e sentono il peso che avrebbe anche su di loro, se una di questi uomini, a causa del loro pericolosissimo lavoro, dovessero non ritornare a casa.E poi c'è quella sposa, sola a casa con i figli, convinta che lui passi tanto tempo lontano da casa per dare un futuro migliore a loro, perchè è convinta che il problema sia che lui non si senta sufficientemente benestante per dare a lei e la prole un'esistenza abbastanza agiata...
Mi piacerebbe che il format venisse portato avanti, magari con altre storie,alla True Detective.Chissà!


4 paesi, 4 miniserie da tre puntate l'una a formare una serie da 12 puntate, girata in 4 lingue diverse ma nello stesso, identico set;una sala d'interrogatorio, in una stazione di polizia, di quelle con lo specchio unidirezionale, attraverso il quale i colleghi di turno guardano mentre, dentro la saletta, vengono ricostruiti crimini di ogni sorta.

Visti tutti in originale, salvo il tedesco che proprio non spiccichiamo nè io nè il Khal, abbiamo cominciato con quella in inglese, che ha, nel primo episodio, l'unico attore noto anche in Italia (David Tennant,che io adoro!), e forse abbiamo fatto male perchè, dopo le inglesi, ho trovato tutte le altre puntate inferiori, salvo una bella trama in una delle tedesche, col muro di Berlino di mezzo etc etc;la recitazione, più che passabile in quella inglese, era invece abbastanza da fiction di serie B in un pò tutti gli altri episodi, con l'aggravante del doppiaggio, non eccelso, nell'ultima che abbiamo guardato, ovvero quella tedesca.Si fa sentire la monotonia dell'ambientazione, che avrebbe richiesto, a mio avviso, un lavoro di sceneggiatura e interpretazione di ben altro livello, per essere davvero memorabile.
Così resta una cosa che si guarda volentieri in un mercoledì di sonno, ma non lascia granchè.
Mi ha dato molto fastidio il fatto che tutte le pur minime sottotrame(in tre episodi inevitabilmente non si tesse molto) venissero lasciate volutamente aperte!


Alla seconda stagione, Mindhunter si sposta ad Atlanta, e si concentra su una serie di omicidi a danno di ragazzini di colore, che avvennero nella cittadina del sud degli USA nei tardi anni 70/primi 80.I nostri si trovano in un ginepraio di tensioni razziali, stampa impicciona e delicati equilibri politici, mentre uno dei membri del gruppo di trova in una situazione scomoda, dovuta ad un suo familiare coinvolto in un crimine atroce.Come può essere che proprio loro, che se ne occupano, non si accorgano di avere in casa uno psicopatico?
Continuano ad esserci gli interrogatori con i serial killer, con un grado di recitazione sempre eccellente, però questa seconda mi è sembrata un pò più spompetta rispetto alla prima.

L'aspetto accademico, di studio della metodologia di profiling, si riduce, come le suddette interviste(la mia parte preferita), cortissime e a margine di una storia che, passando dalla teoria alla pratica, rischia di diventare simile a troppi altri polizieschi, anche se a livello cinematografico la Fincheriana Mindhunter ha poco a che spartire con un Criminal minds, per fare un esempio.
Anche Wendy, interpretata dalla mia adorata(dai tempi di Fringe) Anna Torv, perde un pò d'utilità come personaggio, le si appioppa un amorazzo omosessuale tanto per fare audience, ma a dire il vero, a parte un paio di momenti in cui va a fare le interviste al posto di Holden e il collega, che promettono bene ma finiscono nel nulla, spesso ci si chiede che ci faccia, narrativamente parlando, nella serie.

Si parla di una stagione tre, ma posposta a dopo altri progetti di Fincher, che potrebbe quindi vedere la luce nel 2022, tre anni dopo la seconda.
Quanto dovremo penare ancora, prima di vedere chi è l'inquietante tizio coi baffi e le manie di soffocamento, che da due stagioni ci viene mostrato in brevi scenette?(clicca qua se vuoi saperlo già)

In ogni caso un'opera validissima che continuerò a seguire con piacere!

lunedì 9 dicembre 2019

Super ragazzi,ragazze in arancio,uomini pazzi e ragazze splendenti!

The boys 


Una serie sui supereroi, o una serie CON i supereroi?
Tratta da una graphic novel di successo, iniziata più di 10 anni fa, The boys segue le vicende di un gruppo di pseudoagenti della CIA(più una cosa da black ops, correlata in qualche vago modo alla CIA), fra i quali spiccano un Karl Urban in grande spolvero, perfetto per interpretare il caposquadra Butcher, e Jack Quaid(figlio di Dennis quaid e Meg Ryan) che interpreta Hugie, un ragazzo semplice e timido che, dopo aver visto la sua ragazza massacrata da un velocista(una specie di Flash), che la polverizza letteralmente sotto i suoi occhi, viene "reclutato" da Butcher per aiutarlo nella sua vendetta contro i supereroi, essendo stato anche lui vittima di una situazione, chiamiamola, simile.


Già, i supereroi.
Il gruppo di cui si parla in questa serie, tolta l'ingenua Starlight, gentile e ingenua ragazza di campagna appena unitasi al gruppo, è costituito da un'insieme di figuri che vanno dal disadattato allo stronzo, dal tossicodipendente al matto da legare.
Il che non è una bella situazione, quando hai a che fare con gente che vola, spara laser dagli occhi, corre a velocità stratosferiche ed ha forza sovrumana.
(Abisso, di te non parlo neppure, stupido coglione!)
Gestiti da una megacorp come fossero delle armi e sostanzialmente dei prodotti da promuovere e sfruttare, economicamente e politicamente, al meglio, hanno in una Elizabeth Shue meravigliosa(insegnaci come si fa a restare così sexy e gnocche anche quando saremo piene di rughe come te, grazie Liz!)la loro *manager*, e, evitando spoiler, anche lo strano elemento di equilibrio di Patriota, il più potente e leader della squadra di Super, che ha per lei un'attrazione erotica che però a volte diventa affetto filiale in una weirdissima sfumatura di sentimenti che probabilmente lui per primo fa fatica a comprendere...

Cruda, violenta, cinica e sboccata, divertente e ricca d'azione, The boys ci ha completamente entusiasmato.
Aspettiamo con ansia la seconda stagione!!!


Orange is the new black - settima ed ultima stagione


 Dopo 7 anni con le ragazze di Lichtfield, voglio dire loro addio con questa foto dalla première dell'ultima stagione, voglio pensarle tutte libere e felici e colorate e sorridenti!lo so, sono attrici e lo sono già da sempre, ma dopo tanti anni con loro si fa fatica a non pensare ai personaggi come a delle persone ;)

Questa ultima stagione ha affrontato molte tematiche interessanti, a cominciare dal reinserimento di Piper nella vita reale, con tutte le difficoltà del caso:adattarsi a vivere in una stanza a casa del fratello, fare i controlli delle urine per far verificare allo stato di essere pulita da alcool e droghe, arrovellarsi sul dilemma di confessare o no, alle colleghe, che ha passato del tempo in prigione...

Molto bella(e triste anche) la storyline legata all'immigrazione clandestina:un gruppo di detenute viene prestato all'ICE, centro di detenzione per sospette immigrate illegali in attesa di processo, e qui ritroviamo Blanca e Maritza, più un nuovo personaggio protagonista di una storia struggente.
Diane Guerrero, che interpreta Maritza, è stata davvero in una situazione simile, trovandosi sola a Boston a 14 anni, dopo che i suoi genitori, immigrati illegali, erano stati deportati nella loro nativa Colombia(lei era nata negli USA quindi potè restare).Posso solo immaginare cosa abbia voluto dire per lei rivivere un esperienza simile, anche solo nella finzione!
La sto apprezzando molto anche in Doom Patrol, altra serie di cui vi parlerò più avanti.

Triste vedere Red perdere lentamente la testa, demenza o Alzheimer che sia, ma bello come Nicky prenda il suo posto come "prison mom" per le detenute più giovani ed inesperte.

Mi ha fatto molta malinconia anche il destino di Dogget, la cui backstory viene approfondita in questa stagione: un padre abusante, difficoltà nello studio a causa della dislessia e la convinzione, che si radica nel tuo profondo con l'"aiuto" del suddetto genitore, che sarai sempre una buona a nulla.
Chissà quante di queste ragazze avrebbero potuto avere un destino migliore.

Grande invece Taystee, che dopo una crisi terribile trova la sua via ed il suo adorabile sorriso :)

La stagione è un pò lenta, forse un pò moscetta a tratti, con un aria di "chiudiamo le finestre, spegnamo i contatori, chiudiamo questa casa per sempre".
Bello però il rullo finale coi saluti di tutte, è una chiusura che non sempre si ha(spesso le serie vengono chiuse all'improvviso senza la possibilità di dire ciao!), sono personaggi a cui ho voluto molto bene e mi mancheranno tantissimo!


 Mad men 4/5/6/7


Se dalle parti della quarta stagione la noia aveva preso un pò spazio, non è così per le ultime tre stagioni, che mi sono guardata una dietro l'altra fino al bellissimo finale.

Difficile parlare di 4 stagioni assieme, quando vi è successo di tutto, e non so se si può considerare SPOILER dire che sono contentissima per il lieto fine di Peggy, che oramai risale al 2015 XD lei è senz'altro il mio personaggio preferito; malgrado l'inizio pesante delle prime stagioni, col figlio abbandonato alla nascita e tutta la fatica fatta per affermarsi in un mondo di uomini, vederla dirigersi con passo fiero con quel quadro "osè" sottobraccio verso il suo ufficio, e quella scena deliziosa, al telefono, dove si rende conto che il suo migliore amico in realtà è molto di più, mi han fatto gongolare non poco <3

Betty, dopo anni a fare la Grace Kelly perfetta ed un pò annoiata, la ritroviamo a combattere contro la ciccia prima, e contro qualcosa di molto più terribile in seguito. La scena dell'addio a Don, e l'ultima volta che fa le scale a scuola, a gran fatica, mi hanno colpito tanto.

Jared Harris enorme nella sua interpretazione del britannico fino al midollo, che non riesce ad adattarsi alle dinamiche di un'azienda, e una società in genere, troppo diversa da quella in cui è cresciuto, fino ad esserne sopraffatto.

Pete Campbell sempre detestabilissimo, non posso descrivervi la soddisfazione quando finalmente qualcuno gli assesta quei 4 sazi cazzotti che si merita!Eppure ci sono delle scene meravigliose con lui, tipo quando sono a cena con Peggy e Ted, e, all'allontanarsi di questo per una telefonata, lui e lei si scambiano piccole battute e sguardi sul cosa avrebbero potuto essere, loro due.
Se avessero tenuto il bambino etc etc.Gli attori sono entrambe bravissimi,vorrei recuperare anche The Handmaid's tale, con Elisabeth Moss!

Per quanto riguarda Don, sempre rincorso dalla bugia su cui è basata la sua vita, continua ad essere, per la sottoscritta, uno dei personaggi più affascinanti e sfaccettati della televisione moderna, ed uno dei motivi per cui, se non l'aveste ancora fatto, dovete guardare questa serie fichissima!

Vi consiglio, a riguardo, anche questo articolo su Wired ;)


 Glow


Le ragazze approdano a Las Vegas con un "resident show", l'azione si sposta dal ring, che viene mostrato molto meno che nelle stagioni precedenti, per mettere più a fuoco le varie problematiche relative alle protagoniste dello show, ispirato ad una storia vera;se da un lato mi sono piaciuti in modi in cui hanno affrontato argomenti delicati come la bisessualità di Bash, e lo sfruttamento dello stereotipo razziale che, seppur funzionale allo show, non manca di pesare ad alcune delle persone coinvolte, e ci sono un paio di momenti divertenti, come la realizzazione del Canto di Natale in versione wrestling, nel complesso ho trovato la terza stagione un pò noiosetta e priva di  mordente; non brilla il personaggio di Ruth, indecisa fra l'amorazzo col cameramen e la passione per Sam che, però, è costellata di dubbi e paturnie che mi han procurato non pochi facepalm.
Anche il suo alter ego, Zoya, non ha nessun momento paragonabile a quelli delle stagioni passate, dove mi aveva fatto rotolare dalle risate.
Spero la quarta stagione si riprenda un pò, o, temo, non ce ne sarà una quinta.

O forse ne faranno altre 15, visto come va Walking dead che, secondo me, è almeno da 4 anni che è diventato una noia colossale XD XD XD

A presto con un sacco di altre serie!!!

Ne avete vista qualcuna?
Cosa state guardando adesso???

domenica 13 ottobre 2019

Nella casa di carta c'è una cosa della palude,non è un bel posto, è buio!


Terza stagione de "La casa di carta", come si può fare per riunire una banda di ladri che hanno una fortuna già a disposizione, e residenze in posti esotici dove spenderli con tutta comodità?Semplice: si rapisce uno di loro(dovrei dire "arrestare", ma il tutto si svolge in una modalità piuttosto Black Ops), e si ricattano gli altri, facendo loro presente che il loro amico non sta venendo trattato proprio con i guanti, sperando di farli venire allo scoperto.
Col senso di famiglia che contraddistingue questo eterogeneo gruppo di personaggi, che abbiamo imparato a conoscere e ad amare nelle due stagioni precedenti,(più qualche interessante nuova annessione), i nostri mettono assieme un altro grande progetto, che vede stavolta protagonista la banca di Spagna, ed il furto di una cospicua quantità d'oro, in modo da avere la leva giusta per contrattare la liberazione di Rio, e, di strada, rimpinguare ulteriormente le proprie già gonfie casse.

Ho trovato la terza stagione interessante, mi sono piaciuti i nuovi personaggi e la storia complessivamente, devo dire però che vi ho trovato una quantità esagerata di momenti "MACCOSA"; impossibile spiegare, ad esempio, come sono arrivati là gli enormi macchinari utilizzati dalla banda nel sotterraneo, visto che lo stratagemma utilizzato permette loro solo di arrivare sino alla porta principale con un mezzo di trasporto; questo e qualche forzatura negli avvenimenti di troppo, mi hanno lasciato un retrogusto di MAH in bocca, che mi fa mal sperare per la quarta stagione, in cui, ho già sentito dire, ci sarà più dramma e meno azione...


Brucia ancora, a distanza di mesi, la cancellazione di Swamp thing, annunciata addirittura prima della messa in onda della prima stagione; a quanto sembra i problemi erano soprattutto di tipo economico; il North Carolina,lo stato americano dove era stata girata, aveva promesso 40 milioni di dollari in rimborso tasse, e certo che se mi prometti 40 e poi mi dai 12, mi metti in difficoltà non poco... sembra abbiano avuto una parte anche i contrasti della parte creativa, fra chi, nel team, voleva un approcio più soft e commerciale, e chi puntava a farne una serie molto più cupa e horror.
Questa prima stagione era MOLTO gore, oscura e interessantissima.
Fra gli altri aveva una parte Ian Zering, in una parte non cazzona come il suo terreno di resurrezione Sharknado, ma comunque adatta al suo nuovo personaggio e da lui ben incarnata(wink wink).
OVVIAMENTE non sapremo mai come va avanti la storia(maledetti!), sembra vogliano farne un film, speriamo sia una cosa più decente rispetto allo spernacchiato Wes Craven dell'82...(ok Mel, sono passati 37 anni...)
Per una volta che la DC aveva prodotto qualcosa di decente!


The Good place è attualmente in programmazione, negli USA, per la sua quarta ed ultima stagione;io che lo seguo su Netflix ho potuto appena vederne la seconda, e sinceramente capisco che non era una minestra che si potesse allungare all'infinito;dopo il colpazzo di scena dell'ultima puntata della stagione precedente , qui ci si ritrova un insieme di sì simpatiche gag e discussioni filosofeggianti su cosa voglia dire essere una persona buona(e quindi degna di stare in paradiso), con dei momenti validissimi come quello in cui sviscerano il famoso dilemma etico dell'uomo grasso, ma alla fine ho trovato già questa stagione un pò in discesa come mordente.
Sempre adorabili Ted Danson e Kristen Bell <3 

Non appena mamma Netflix caccia i soldini per la terza stagione, vi saprò dire come prosegue!


Dark è un bellissimo trip.
Ho adorato la prima stagione, mi ha fatto il cervello a fette la seconda, se dico che ho capito tutto vi rifilerei una balla sonora, ma non vedo l'ora che esca la terza.Certo, con 18 attori a personaggio a volte tenere il passo è un pò complesso(il personaggio nel futuro nel passato nel futuropassato nel passatofuturo oddìo aiuto!!!) , ma ci sono vari stratagemmi che danno una mano a non perdersi.
Jonas diventa il perno principale della trama, che si occupa principalmente dell'apocalisse in arrivo e di come cercare di evitarla, compiendo anche le più controverse delle scelte.Cos'è lo spazio, cos'è il tempo, cos'è Dio?In Dark ogni risposta sempra portare solo a nuove domande, pensi di essere in un vicolo cieco ed invece ecco altri bivi verso altri tempi. 
E non solo.

Come per la prima, rimpiango di non sapere il tedesco, cosa che mi obbliga a vederlo doppiato.
Chissà che non vada avanti talmente tanto, da fare
 in tempo a studiarlo un pò ;) 

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A prestissimo con un altro post sulle serie, la velocità con qui passo da
"aspetto di finirne un pò" a "madonna ne ho viste 400 come farò a postarle tutte" è incredibile!!!

Avete visto qualcuna di queste?Che state guardando, ultimamente?





martedì 6 agosto 2019

Cosa sarebbe successo se a Chernobyl i Cobra Kai avessero detto Dracarys?Cose ancora più strane!


 Benvenuti al nuovo post sulle serie TV del periodo:


Cominciamo con What if, serie Netflix che mi aveva incuriosito in quanto pensavo fosse una cosa più alla Sliding doors,magari con un tocco di soprannaturale, si è rivelata invece essere un thrillerino abbastanza sciapo, con una storia di base appena passabile:la protagonista "buona", Lisa Donovan, è a capo di una neonata compagnia di biotecnologia, con all'attivo una scoperta importantissima che potrebbe salvare moltissime vite umane, ma perchè questa prosperi ha bisogno di investitori, altrimenti dovrà chiudere ben presto;le viene in "aiuto" Anne Montgomery, una ricca faccendiera mossa da motivazioni poco nobili(e peraltro totalmente assurde, quando si scoprono alla fine), interpretata da una Renee Zellwegger che io, personalmente, ho trovato del tutto fuori parte;sarà il botox, sarà che per me lei è e resta sempre Bridget Jones, goffa e con le faccette simpatiche, ma non mi ha trasmesso l'algidume secondo me necessario alla parte.
Il tutto ruota attorno alla fiducia verso il marito, che Lisa perde quando, in seguito ad una "proposta indecente", Anne passa una notte con lui, con la clausola che lui non potrà rivelare a nessuno cosa sia successo in quelle ore. Si scoprirà in seguito cosa ha reso Anne quello che è, ma il pathos latita e sinceramente non si riesce a dispiacersi per lei.
 Niente di memorabile.


5 puntate, cinque pugni nello stomaco.

Quando  successe la tragedia di Chernobyl avevo 13 anni, e non mi resi ben conto della portata dell'evento.Mi pareva qualcosa di lontanissimo, ed anche tutti quei consigli tipo non mangiate la verdura a foglia larga etc etc mi parevano un' esagerazione.A sbatterci in faccia la realtà, a tutti noi che l'avevamo mal misurata, ci pensa questa eccellente miniserie HBO, che con attori in stato di grazia(soprattutto Harris e Skarsgard), e uno storytelling esemplare, ci portano davanti a dei fatti che definire agghiaccianti non è sufficiente.A come la catena di eventi parte da un giovane inesperto cui viene affidata un' esercitazione di cui sa poco o nulla, di come le operazioni di contenimento vengano rallentate anche dall'orgoglio della Russia, che non vuole farsi vedere debole, chiedendo aiuto tecnologico ad altri paesi, del prezzo altissimo che pagano coloro che intervengono per arginare il disastro, partendo dai pompieri per arrivare ai minatori, vite distrutte per impedire che chissà quante altre lo fossero.
La serie televisiva al suo meglio.
Consigliatissimo! 


Di Cobra Kai vi parlavo già tempo fa, sicuramente non è una serie da Emmy o che narrativamente tocchi vette di sceneggiatura epocali.
Però ragazzi, che cacatona divertente è.
Alla faccia della recitazione appena sufficiente, delle trame blande, dei personaggi a volte bidimensionali.


Adoro guardare gli scornamenti fra Macchio e Il Biondo, ex "cattivo" della serie di film degli anni '80, convertitosi in Sensei degli outsiders, duro dal cuore tenero, e con un tasso di maranzitudine talmente alto da mandare il tamarrometro fuori scala!Il mio personaggio preferito, a parte Johnny, resta Hawk...su di lui un pò di backstory in più mi piacerebbe.

Attendo la prossima stagione per altre piacevoli serate da patatine, birra e rutto libero. 


Game of thrones è una ferita che fa ancora male, malgrado ormai sia finita mesi fa.
Per sette stagioni l'ho amata alla follia, fan della Khaleesi da subito e anche dopo questa stagione in cui, diciamo, non ha fatto proprio una bella figura... ehm.
In buona(brutta) compagnia con una manciata di altri personaggi, che hanno visto il loro percorso di crescita buttato via da una sceneggiatura sciagurata che sembrava roba da fiction Rai, la nostra perde il trono in favore del più inutile(per i miei gusti) ed insulso dei personaggi, per non parlare del puro nepotismo che fa finire Sansamaldepansa sul trono del nord, dove non ce la vuole nessuno.E chi decide che da ora in poi il re viene deciso così?Un pluricondannato per parricidio e tante cose, e personaggi minori come Brienne, il cipollaro e addirittura i redivivi Edmure Tully(che sbuca giusto per beccarsi uno stacce di epiche proporzioni) e lord Arryn.
Bottigliette e Starbucks dimenticati sul set, sono solo la ciliegina sulla torta di una stagione raffazzonata alla bell'è meglio, tanto per chiudere e buonanotte.
Una colonia di emorroidi esplosive a questi showrunner che avevano tanta fretta di correre a fare Star Wars gliela vogliamo augurare?
Fate vobis.


La mia faccia dopo aver visto la stagione 8.


Questa terza stagione di Stranger things è stata secondo me un pò sottotono per sotto certi aspetti, auspico un' iniezione di novità per la quarta, per evitare un po' il gusto di minestra riscaldata che comincia a sentirsi qua e là.
A me piacerebbe molto si passasse agli anni '90 , anche se essendo la terza stagione ambientata nell'85 circa, bisognerebbe trovare il modo di saltare 5 anni e la vedo duretta...certo che i ragazzini sono cresciuti forte, e conciarli da bambinetti comincia a stridere un pò(mi ricorda gli Harry Potter doppiati in italiano, quando davano ancora il doppiatore bambino ad un attore che aveva 4 chili di palle e quasi la barba)


(momento di apprezzamento per Steve, sempre più adorabile, in divisa da marinaretto)

Non sono mancate le emozioni comunque in questa stagione, momenti divertenti come la mitica scena con Neverending story(che però faceva un pò l'effetto cringe per l'inopportunità del momento), e commozione a litri quando viene letta la lettera di Hopper, tanto per citarne un paio.
La scelta della direzione da dare al personaggio di Maya Hawke mi è piaciuta, sarebbe stato più scontato se fosse finita come ci aspettavamo tutti(non voglio spoilerare anche se ormai è fuori da un bel po').
Bei momenti splatter col mostrazzo "composto", sopratutto nella scena in ospedale, e molto malinconico l'arrivederci nella puntata finale, con i ragazzi che si separano senza sapere bene se e quando si rivedranno.
Si respira l'aria da "fine di un era", speriamo ST sappia rinnovarsi per la quarta stagione,che aspetto con ansia, anche per vedere che fine fa quel personaggio nella cella in Russia...


Altre menzioni d'onore a Dacre Montgomery, che riesce ad essere sexy pure col pornobaffo e quei capelli terribili...


E al costume designer che ha pensato il look di Nancy per questa stagione, non più studentessa ma stagista/apprendista/portacaffè in un giornale locale, sfoggia un set di vestitini uno più adorabile dell'altro <3

Voi avete visto queste serie?Vi sono piaciute?
Raccontatemi cosa state guardando voi, sù!!!



venerdì 12 aprile 2019

Narcos messicani,riordinatrici pazze,titani superallenati e bambole russe.Tutti sotto l'ombrello dell'accademia.E saranno puniti!


Facciamo un post sulle serie TV che non lo facciamo da un pò,ma quanto è questo pò?Ah sì da Novembre XD Eh fra le feste,la preparazione per il viaggio e le 3 settimane alle Hawaii, sono arrivata ad Aprile come ridere!

Partiamo da Narcos Mexico, nuova serie sullo stampo delle 3 precedenti ma che sposta l'azione negli anni '80 in Messico, seguendo le imprese di Miguel Angel Felix Gallardo, un ex agente federale che diventa prima signore della Marijuana per poi, nel corso della stagione, interessarsi allo spostamento della cocaina dalla Colombia agli states, mettendosi in un gioco molto più grande e pericoloso, che lo cambierà profondamente.
Gli si contrappone Enrique Camarena Salazar, agente della bistrattata DEA, allora agli inizi ed affatto considerata, un family man non particolarmente votato all'azione(ma che sa mettersi in gioco quando serve), che trasferitosi a Guadalajara per cercare di fare carriera, è ossessionato dal desiderio di cambiare le cose, in un paese dove tre quarti della polizia è al soldo dei criminali, ed estirpare certi mali sembra essere un'impresa impossibile.
Ho trovato interessante il cambio di scenario, molto bravi gli attori e bella la storia che resta però ancora su toni abbastanza tranquilli, sebbene qualche scontro non manchi ci si muove ancora sul terreno della diplomazia, mentre leggo che, dalla prossima stagione, la cosa dovrebbe farsi ben più violenta e cruenta.Aspettiamo l'autunno dunque! 


La Marie Kondo l'avevo schivata nella sua vendutissima incarnazione letteraria, ma quando me la sono ritrovata davanti su Netflix, col suo faccino carino, non ho saputo resistere, e sebbene mi sia piaciuta anche nelle sue piccole pazzie, come salutare la casa che si appresta a riordinare con una mini meditazione, o ringraziare gli oggetti prima di darli via(molto giappo il tutto), ho trovato che sì dìa degli buoni spunti sul riordinare le cose, MA: troppo facile andare a casa di americani che hanno 4 stanze extra piene di roba conservata dal 70, che aspetta solo di finire nel pattume, e all'opposto, in certe puntate, l'ho vista obbligare psicologicamente persone a buttare via roba che evidentemente(seppur non subito) avrebbero dovuto ricomprare in seguito, il che mi è parso antiecologico, e pure un pò stupido, sinceramente. 

Tipo la famiglia con 2 figli che progettava di farne un terzo, che viene convinta a gettare borse di giocattoli(perfettamente in ordine, non roba strarotta o che), che per quanto mi riguarda avrebbero potuto essere benissimo riutilizzati per il nuovo venuto...o le ragazze col cane che hanno comprato troppe palline da tennis, e interrogate da Marie in merito, dicono che ogni tanto, giocandoci al parco col cane, le palline si infangano ed allora le buttano.
Ma allora che senso ha fargliene tenere solo 2(buttando le altre),sapendo che prima o poi il cane le sporcherà ed andranno riacquistate?
Riordinare è una bella cosa, ma qua sinceramente ci vedo una corsa sfrenata al minimalismo che mi pare davvero esagerata e spesso antieconomica al massimo.


Stallone aveva creato il suo show "Ultimate beastmaster", e The Rock gli risponde con uno show ancora più tamarro ed esagerato, che contrappone coppie di atleti divisi per genere(il che è molto più equilibrato del suo corrispondente stalloniano) in sfide superimpegnative fisicamente, adatte a fisici superallenati e a menti determinate.
Ho sentito dire un concorrente che in palestra passa 18 ore a settimana(sic), in ogni caso bello show, divertente e motivante, i concorrenti sono scelti non solo grazie alle loro capacità, ma anche ai loro percorsi di vita, concentrandosi su quelle persone che possono essere fonte di ispirazione, per aver superato ostacoli , nella loro esistenza, che sembravano insormontabili. 


Vi lascio col trailer per farvi meglio un idea!
Presenta the Rock stesso, in collaborazione con altri 3 host. 


La Nicky di Orange is the New Black, Natasha Lyonne, torna in questo "one woman show", dove interpreta Nadia, una donna che si trova a dover rivivere tantissime volte lo stesso giorno, in quella che immagino sìa un' allegoria delle vite che tante persone conducono, bloccate in una routine che sembra ripetersi all'infinito.La recitazione è esagerata, lei sembra fare sempre lo stesso personaggio(solo truccata e vestita meglio), lo sviluppo dei personaggi è pari a zero(protagonista inclusa), l'ho trovato irritante,noioso e con poco messaggio di fondo se non, proprio volendo, quello che non si può vivere come un isolotto, perchè tutti noi siamo interconnessi e quel che facciamo ha conseguenze sul prossimo più di quanto ci rendiamo conto.
Se devo trovare un punto a favore, gli episodi durano poco.
E' abbastanza?Direi di no.Tempo sprecato.


Tratto da una famosissima Graphic novel, scritta dal cantante dei My Chemical Romance, approda su Netflix la serie tv di Umbrella academy, sulla quale da bravi nerd ci siamo gettati a capofitto;parla di una famiglia di fratelli adottivi, tutti dotati di poteri straordinari meno una, che dopo aver combattuto il crimine per anni, si trovano a dover cercare di sventare lo sterminio totale del pianeta, che è imminente ma purtroppo non si sa come e perchè dovrebbe avvenire.Un misto di ambientazioni colorate e dark, dei supereroi che diventano disadattati e tutte le dinamiche tipiche di una famiglia disfunzionale, personaggi psicologicamente ben costruiti e una storia molto accattivante fanno di questa serie una delle mie preferite dell'ultimo anno, sopratutto Klaus, col suo potere di parlare coi morti che annega nell'alcol e le droghe, e n.5, il più potente del gruppo, mi hanno conquistato e non vedo l'ora di sapere come continuerà la loro storia!Bellissima anche la colonna sonora.


Avevo tanto lodato la prima stagione di Punisher, ma con questa seconda mi tocca rimangiarmi tutto;la serie è stata chiusa e sinceramente dopo il pasticcio che hanno fatto quest'anno, manco mi spiace.Berenthal è sempre bravo, ma si trova invischiato fra storyline noiose(a qualcuno importa davvero dell'irritante ragazzina?), villain estremamente poco convincenti dalla pessima recitazione(Barnes è davvero un cane nel rappresentare la discesa di Jigsaw nella follia), comprimari sottotono e una scrittura pasticciata che rende le puntate una sbobba poco gustosa.
So long, Frank.Mi spiace.
Resto in curiosa attesa di vedere se la Disney, come si vocifera, darà un seguito alle vicende almeno di Daredevil, che fra le varie marvellate proposte da Netflix, mi sembra l'unica degna di un ripescaggio.




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